Le tipologie di contratto di locazione immobiliare dedicate alle case destinate a civile abitazione si differenziano per molte caratteristiche, come ad esempio la durata del periodo di locazione, e la loro diversificazione cerca di venire incontro alla diverse esigenze dei proprietari e degli affittuari.
Per questo motivo, sono nati negli anni i contratti di affitti a canone concordato, nei comuni con carenza abitativa, le locazioni per studenti universitari, i contratti d'affitto transitorio per uso non turistico e alcune altre tipologie di contratto di locazione immobiliare specifico.
Se guardiamo al nostro settore, quello del turismo, la situazione è piuttosto semplice: possiamo infatti affittare un appartamento o una casa vacanze sostanzialmente con due formule, l'affitto turistico e la locazione breve, che si differenziano soprattutto per il tipo di servizi che il proprietario dell'immobile può offrire agli affittuari.
Questa situazione piuttosto variegata di contratti di affitto immobiliare si riflette solo in parte a livello fiscale dove, per fortuna, le possibilità per pagare le tasse sugli affitti percepiti si riducono a due: l'inserimento nella dichiarazione dei redditi ai fini IRPEF oppure il pagamento della cedolare secca.
In questo articolo vedremo le differenze fondamentali tra questi due tipi di prelievo fiscale sui canoni d'affitto, anche per valutare quale sia il più conveniente per le diverse situazioni concrete.
La proposta di Dolidays per gli affitti turistici
Da alcuni anni a questa parte, i proprietari di una casa vacanze possono sfruttare le potenzialità dei portali dedicati all'affitto turistico su Internet per mettere a reddito il proprio immobile in modo sempre più conveniente. Tra questi portali, che offrono un sistema semplice e pratico per fare incontrare domanda e offerta nel settore della locazione turistica, si colloca anche Dolidays che si occupa in particolare di un settore specifico e in continua crescita: quello degli immobili turistici attrezzati per ospitare anche gli animali domestici.
In effetti, chi cerca un appartamento o una casa indipendente per un periodo di relax e vuole poter portare con sé anche cani e gatti, rappresenta un segmento di clientela con esigenze comprensibilmente particolari e in continua crescita. D'altra parte la comodità di poter soggiornare in un ambiente domestico confortevole con i propri amici a quattro zampe è davvero impagabile per molti di noi e, per questo motivo, gli affitti brevi e le locazioni turistiche di immobili sono sempre più richiesti come soluzioni per soggiornare al mare, in montagna o nelle nostre città d'arte.
Sia le locazioni turistiche, sia gli affitti brevi prevedono soggiorni per periodi inferiori ai 30 giorni l'anno, ma se si affitta un immobile con la locazione breve, il proprietario può fornire agli affittuari alcuni servizi molto graditi e pratici, come la fornitura della biancheria per la casa (lenzuola, asciugamani, tovaglie...) e il servizio di pulizia al termine del soggiorno. Per questa ragione, nello specifico, gli affitti brevi sono indubbiamente la formula più diffusa di locazione turistica negli ultimi anni e una parte di questo successo dipende anche dalla semplicità degli adempimenti burocratici e fiscali che sono collegati a questo tipo di contratto.
Abbiamo già approfondito in un altro articolo tutte le caratteristiche degli affitti brevi, ma è utile ricordare qui, per lo meno, il fatto che non è necessario registrare il contratto d'affitto, ma che occorre effettuare alcune comunicazioni agli enti locali e alle autorità di Polizia per motivi di controllo fiscale e di sicurezza.
Veniamo ora all'argomento centrale di questo articolo: le caratteristiche fiscali delle locazioni turistiche. Innanzi tutto, diciamo che la convenienza dal punto di vista del prelievo fiscale è senza dubbio uno dei punti di forza di questi contratti di locazione che, anche nel caso in cui prevedano l'erogazione di servizi alla clientela, non prefigurano la creazione di un'attività commerciale di tipo imprenditoriale.
Come abbiamo accennato in precedenza, per pagare le tasse sugli affitti turistici il proprietario dell'immobile può scegliere tra due possibilità: inserire i redditi provenienti dai canoni di locazione nel conteggio per il pagamento dell'IRPEF oppure utilizzare la via alternativa della cedolare secca del 21%.
È infatti possibile conteggiare nell'imponibile soggetto al pagamento dell'IRPEF l'ammontare dei canoni di locazione percepiti durante l'anno fiscale sommandoli così con gli altri redditi percepiti, come quelli da lavoro dipendente o da pensione, oppure ancora quelli provenienti da altri canoni di affitto ottenuti in diversi regimi contrattuali. Si tratta di una soluzione semplice che, però, si dimostra conveniente solo in alcuni casi limitati per via del carattere progressivo della tassazione per aliquote dell'IRPEF che prevede un'imposizione con percentuali crescenti in base al reddito imponibile. Detto in parole semplici, per quanto possibile, gli affitti percepiti per la nostra casa vacanze potrebbero farci passare da un'aliquota fiscale all'altra e quindi essere più tassati del previsto.
Per questo motivo molti contribuenti seguono la strada alternativa, cioè quella di non inserire l'ammontare dei canoni di locazione all'interno della dichiarazione dei redditi, ma di effettuare un pagamento separato di un'imposta fissa, pari al 21%, che prende il nome di cedolare secca.
Nel mondo degli affitti turistici, quindi, le modalità per pagare le imposte sono, sostanzialmente, queste due, ma per avere tutte le informazioni di dettaglio sui contratti di locazione e sulle loro caratteristiche fiscali potrete sempre rivolgervi a noi di Dolidays per una consulenza professionale.